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giovedì 15 gennaio 2015

Spedizione in Eritrea: Danakilia

La notizia sta girando da qualche settimana nei social network: si è appena conclusa una spedizione in Eritrea alla ricerca di ciclidi del genere Danakilia (di Danakilia dinicolai ne ho parlato in passato) guidata da italiani. Ecco un breve resoconto dall'organizzatore Giorgio Chiozzi.



Un maschio di Danakilia sp. alle prese con il nido.
Fotografia di Giorgio Chiozzi.
"L’organizzazione della spedizione in Eritrea, Paese che da anni frequento per motivi ornitologici, è costata diversi mesi di lavoro “diplomatico” e logistico. Grazie alle ottime relazioni intrattenute con la Forestry and Wildlife Authority e con il Ministry of Marine Resources ho potuto accedere a luoghi interdetti ai turisti con dei permessi speciali. Gianni Ghezzi, titolare di Le Onde di Offanengo (CR) mi ha fornito (e mi fornisce) un’importante sponsorizzazione tecnica. La spedizione ha visto la partecipazione mia (Museo di Storia Naturale di Milano e UniPV), di Mauro Fasola (professore di zoologia all'Università di Pavia), di Eleonora Boncompagni (UniPV) e naturalmente di Anton Lamboj (UniVIE), che ho coinvolto per avere un avvallo autorevole alla spedizione, ma che subito ha chiesto di poter partecipare di persona e che ben volentieri abbiamo accettato nel gruppo per la sua nota competenza. Della spedizione facevano parte, per gli eritrei, Futsum Hagos (Forestry and Wildlife Authority of Eritrea), un giovane biologo di nome Haile Hailemical che sta svolgendo il suo National Service presso il Ministry of Marine Resources e Michael Kalaeb responsabile del settore ambientale della South Boulder Mines che scava potassa nella Depressione Dancala eritrea.


La foto di gruppo della spedizione.
Da sinistra a destra: Haile Hailemical, Michael Kalaeb, Mauro Fasola, Eleonora Boncompagni e Anton Lamboj.
Accovacciato al centro Giorgio Chiozzi.


Sono arrivato in Eritrea il 22 dicembre per organizzare la logistica della spedizione, mentre gli altri sono arrivati nella prima mattinata del 27 dicembre. Immediatamente siamo partiti da Asmara il 27 dicembre e siamo rimasti nella Depressione fino al 31 dicembre con l'intenzione di visitare cinque località, tra le quali la località tipica di Danakilia dinicolai (il lago Abaeded), scoperta dal mio amico fraterno Giuseppe De Marchi nel 1998 il quale purtroppo non ha potuto venire in Eritrea per motivi personali. Alla fine siamo riusciti a visitarne solo tre, in due della quali abbiamo trovato delle Danakilia e in tutte e tre degli Aphanius. Ci è subito apparso evidente che le Danakilia delle due località sono diverse dalla D. dinicolai e che probabilmente si tratta di tre entità tassonomiche diverse. Ora sono in corso studi morfologici e genetici per studiarle in rapporto alle specie già note: D. franchettii e D. dinicolai. Non escludiamo la possibilità che si tratti di due nuove specie del genere Danakilia.

Uno scorcio del fiume Shukoray dove è stata raccolta la Danakilia sp. ritratta nella precedente immagine. 
Fotografia di Giorgio Chiozzi.

Le località di raccolta, delle pozze d’acqua debolmente alcalina, salmastra e dura con una temperatura tra 25,5-30,5 °C, rimaste dopo le piene dei fiumi, sono il fiume Shukoray e il fiume Gali Colluli. In una terza località, il fiume Sariga, dove si dava per certa la presenza di Danakilia per le osservazioni fatte dagli amici eritrei, non abbiamo trovato ciclidi, forse a causa di una piena piuttosto violenta. A Sariga abbiamo trovato solo degli Aphanius. Ho in progetto di tornare in Eritrea con De Marchi tra pochi mesi per cercare di raggiungere Lake Abaeded e andare oltre, in zone inesplorate dal punto di vista ittiologico."



Stay tuned.


mercoledì 7 gennaio 2015

Update. Le specie del 2014: America

Ho aggiornato l'articolo riguardante le specie americane descritte nel 2014. Ora è possibile scaricare l'articolo riguardante Apistogramma kullanderi.
Buona lettura.

martedì 6 gennaio 2015

Le specie del 2014: Africa




Continuiamo la carrellata di ciclidi descritti nel 2014. Siamo all'Africa.



Parananochromis elobatus Lamboj, 2014
Parananochromis orsorum Lamboj, 2014

Due nuove specie di Parananochromis vanno ad aggiungersi alle altre sei descritte fino ad ora. P. elobatus (già noto come Parananochromis sp. "Sanaga") è diffuso nel sistema idrografico del fiume Ntem e del fiume Sanaga (Camerun meridionale), mentre P. orsorum (noto come Parananochromis sp. "Ndjo") vive nel fiume Lokonje e negli affluenti settentrionali del fiume Ntem, sempre nel Camerun meridionale.
Ambedue le specie sono date come monogame dal comportamento in acquario. Come in tanti altri Chromidotilapini anche in questi Parananochromis vi è dicromatismo inverso, le femmine sono più colorate dei maschi. Ce ne sarebbe da dire sull'argomento ma lascio la parola al Percomorfo che in passato vi ha dedicato qualche pagina.









Haplochromis vanheusdeni Schedel, Friel & Schliewen, 2014

Un nuovo ciclide delle correnti africane (se volete leggervi qualcosa potete andare qua qua): Haplochromis vanheusdeni. La nuova specie è diffusa in quattro località della Tanzania (monti Udzungwa, gli stessi dove lavora il Museo di Scienze di Trento, il Muse) e presenta la tipica morfologia di chi vive in acque veloci: corpo allungato, pinne pelviche arrotondate, squame assenti o quasi sulla testa. In natura H. vanheusdeni vive in gruppi che conoscendo i ciclidi ritengo affollati (10 individui per metro quadrato), ma i maschi e le femmine in incubazione orale controllano piccoli territori (pesci ideali per l'acquario?). La specie è dedicata a Hans van Heusden, un acquariofilo viaggiatore che da anni si dedica a esplorare l'Africa occidentale. Sul tubo trovate un trailer del filmato che l'anno scorso ha presentato al Convegno degli appassionati di ciclidi africani occidentali.



Per coloro che non si capacitano che sia tornato in auge il genere Haplochromis, la spiegazione secondo gli autori è semplice. La nuova specie non ha caratteristiche tali da poter essere ritenuto un Orthochromis (per esempio possiede delle macchie a uovo vere e proprie) e secondo dati non ancora pubblicati non si riesce a raggrupparlo con le altre esaminate; probabilmente è un rappresentante di un gruppo più antico. A questo punto, in attesa di ulteriori studi, Haplochromis è un nome disponibile, che tante specie ha accolto in passato aggiungo io, e che anche di recente è stato assegnato a specie lacustri o fluviali. Perciò Haplochromis vansheusdeni sia, per ora almeno.
L'articolo della descrizione è liberamente scaricabile. Cliccate sul titolo sottostante, troverete le fotografie a colori della specie.

Schedel F. D. B., Friel J. P., Schliewen U. K. 2014. Haplochromis vanheusdeni, a new haplochromine cichlid species from the Great Ruaha River drainage, Rufiji basin, Tanzania. Spixiana, 37(1): 135-149.



Lamprologus markerti Tougas, Stiassny, 2014

Il fiume Congo continua a riservare sorprese. In soli 420 km di lunghezza ci sono 30 specie diverse di ciclidi di cui ben 4 sono endemiche. Ora se ne aggiunge una quinta, Lamprologus markerti. Analisi recenti hanno stabilito che le popolazioni presenti inferiormente alle rapide di Inga sono da considerarsi di un'altra specie. A confermarlo vengono in aiuto sia analisi genetiche che morfometriche. Le differenze di forma e colore del corpo consistono prevalentemente in una barratura sui fianchi meno numerosa (le barre sono inoltre più ampie), nello sviluppo di una testa più allungata e nell'assenza di una seconda ansa intestinale che è invece presente in L. tigripictilis e L. werneri, le due specie che vivono a monte delle rapide. Quest'ultima caratteristica insinua l'idea che L. markerti sia una specie caratterizzata da una dieta diversa da quella delle altre due, ma il pessimo stato di conservazione del cibo ingerito non ne ha permesso l'analisi. L'ambiente frequentato da L. markerti varia da zone ad acqua veloce a zone a acqua lenta. La specie è dedicata a Jeffry Markert che ha iniziato lo studio dei ciclidi delle rapide di Inga.




Lamprologus tigripictilis (in alto un maschio adulto).
Fotografie per cortesia di Jérôme Scuiller


Tougas S., Stiassny M. L. J. 2014. Lamprologus markerti, a new lamprologine cichlid (Teleostei: Cichlidae) endemic to the lower Congo River in the Democratic Republic of Congo, west-central Africa. Zootaxa,. 3852(3): 391 – 400.


Per oggi mi fermo qui. Quasi siamo alla fine. Prossimamente Pelvicachromis e Julidochromis, prima di lasciare però voglio ringraziare per la loro disponibilità Michel Keijman e Jérôme Scuiller.



venerdì 2 gennaio 2015

Le specie del 2014: America

Per colmare il ritardo presento un breve riassunto delle diverse specie di ciclidi descritte nell'anno appena terminato. Oggi è la volta dell'America.




Apistogramma kullanderi    Varella e Sabaj Pérez, 2014

Una delle specie di maggiori dimensioni del genere (7,5 cm di lunghezza in natura), Apistogramma sp. "gigas" in letteratura, viene dedicata al noto studioso Sven Kullander. Apistogramma kullanderi popola i corpi d'acqua isolati dalle cascate del Rio Curuá del bacino idrografico dell'Iriri-Xingu (Brasile). Gli autori ipotizzano che questo Apistogramma abbia potuto raggiungere dimensioni inusitate per il genere grazie alla ridotta competizione (si trova a vivere in ambienti poveri di ittiofauna). Si tratta di una variante dell'ipotesi che nelle isole la fauna abbia la possibilità di crescere a dismisura (oppure rimpicciolirsi). Tanto per farsi un'idea si può leggere dell'uccello elefante o uccello roc (Aepyornis maximus).
Cliccando sul titolo del paper è possibile scaricare l'articolo. Buona lettura.

Varella H. R., Sabaj Pérez M. H.. 2014. A titan among dwarfs: Apistogramma kullanderi, new species (Teleostei: Cichlidae). Ichthyological Exploration of Freshwaters, 25(3): 248-253,




Geophagus mirabilis   Deprá G. C., Kullander S. O., Pavanelli C. S., da Graça W. J., 2014

Uno tra i più bei Geophagus conosciuti (Geophagus sp. "aripuanã") riceve il nome di G. mirabilis. Proviene dal Rio Madeira (Mato grosso, bacino del Rio delle Amazzoni) e colorazione e forma lo avvicinano a Satanoperca pappaterra. Geophagus mirabilis è stato presentato per la prima volta nel 2011 nella rivista tedesca DATZ e nel numero di ottobre 2012 di Cichlid News. Lo aspettiamo in acquario. 
Se cliccate il titolo del paper sottostante avete la possibilità di scaricare l'articolo.

Deprá G. C., Kullander S. O., Pavanelli C. S., da Graça W. J. 2014. A new colorful species of Geophagus (Teleostei: Cichlidae), endemic to the rio Aripuanã in the Amazon basin of Brazil. Neotropical Ichthyology, 12(4): 737-746,


Apistogramma ortegai   Britzke Ricardo, Oliveira C., Kullander S. O., 2014

Una specie peruviana (Rio delle Amazzoni, fiume Ampiyacu nei pressi di Pebas) già nota in acquariofilia come Apistogramma sp. "Pebas" riceve il nome di Apistogramma ortegai (da non confondere con A. urteagai). La polemica nata dalla descrizione deriva dal fatto che con questa decsrizione vengono riunite due forme provenienti dalla stessa area che un cultore di Apistogramma (Ingo Koslowski) riteneva potessero essere specie a sè (Apistogramma sp. "Pebas" e Apistogramma sp. "Papagei"). Gli autori della descrizione affermano che non sussistono caratteri sufficienti a distinguerle e che le differenze rientrano nella variabilità all'interno della specie. Gli acquariofili che da anni allevano le due forme ritengono che non sia corretto farlo per via della colorazione e del comportamento.
Se cliccate sul titolo sottostante potete scaricare l'articolo scientifico.

Britzke Ricardo, Oliveira C., Kullander S. O. 2014. Apistogramma ortegai (Teleostei: Cichlidae), a new species of cichlid fish from the Ampyiacu River in the Peruvian Amazon basin. Zootaxa, 3869(4): 409-419.


Update: mi ero scordato di una nuova specie di Bujurquina.


Bujurquina pardus   Arbour J. H., Barriga Salazar R. E., López-Fernández H, 2014

La diciottesima specie del genere Bujurquina è servita. Bujurquina pardus proviene dall'Ecuador (unicamente presente nel Río Danta a 220 m di altezza) ed è riconoscibile per la puntinatura presente lungo i fianchi. L'ambiente di raccolta della specie è una zona d'acqua bianca a corrente veloce (le acque bianche sono acque torbide per la massiccia presenza di detriti, dal pH neutro o leggermente alcalino e di durezza media). Della specie non si conosce la dieta e neppure la modalità riproduttiva.


Arbour J. H., Barriga Salazar R. E., López-Fernández H. 2014. A New Species of Bujurquina (Teleostei: Cichlidae) from the Río Danta, Ecuador, with a Key to the Species in the Genus. Copeia, 1: 79-86.