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lunedì 26 ottobre 2009

domenica 25 ottobre 2009

Nuovo libro all'orizzonte. The Amazon: Below Water

Nel panorama editoriale mondiale dell'acquariofilia i libri sui ciclidi non ne hanno mai rappresentato una percentuale apprezzabile, ma negli ultimi anni le nuove uscite si sono decisamente rarefatte. Segnalo perciò un libro che dovrebbe vedere la luce a breve. Siamo nel campo dei coffee table book (ultimamente sembra quasi essere l'unico formato disponibile o appetibile; fate voi le considerazioni del caso), ma l'anteprima fa venire l'acquolina in bocca.
L'uscita è prevista tra quattro settimane.

mercoledì 21 ottobre 2009

Errare humanum est, perseverare...

Ci sono cascato di nuovo. Con tutti i pesci tra cui mi ero ripromesso scegliere. Tra tutti i colori a disposizione, sono caduto ancora una volta nel grigio. È vero i colori non sembrano essere un gran che, ma si tratta di un esemplare giovane e da poco arrivato in vasca. Lasciamo che il tempo passi. Avrei potuto acquistare qualcos'altro, ma la novità e l'interesse di osservare una specie nuova mi hanno tentato. A proposito, di cosa si tratta?

Giovane maschio di Xenotilapia caudafasciata (grazie Enzo!).

lunedì 12 ottobre 2009

Fish Behavior. In acquario e in natura.



Sono seduto di fronte al mio acquario. Nulla di speciale o di particolare. Qualche Pecilide, qualche Goodeide, alcune radici. La corrente è abbastanza forte, ma i pesci nuotano tranquillamente. Sono impegnati, quasi come in natura, a cercare del cibo. Frugano sulla superficie dei legni, tra le foglie in lenta decomposizione sul fondo, tra le alghe sui vetri laterali. Fanno capolino da dietro una radice e poi scompaiono nuovamente. Una volta ogni tanto qualche individuo si esibisce in una parata di minaccia e poi insegue il rivale o viene inseguito. I maschi cercano le femmine, mentre i giovani non pensano ancora alla propria sessualità. È una visione riposante, perfino ipnotica nella sua semplicità. È il mondo dei pesci che si schiude davanti ai nostri occhi, un mondo che solo chi è acquariofilo riesce a comprendere e capire anche in dettagli che possono sembrare minimi. Quella sfumatura sul corpo, quella minima barratura, quella macchia sulla pinna che si allarga o si restringe a seconda dell’umore.
Questo libro è per tutti coloro che vogliono indagare il comportamento dei pesci ed in particolar modo di quelli che vivono nei nostri acquari. Vi troveremo perciò tanti vecchi amici. Xiphophorus helleri, Cryptoheros nigrofasciatum, Astronotus ocellatus, Crenicichla, Poecilia reticulata, Trichopsis, Danio rerio, ma anche lo spinarello, il pesce gatto, la sanguinerola, il persico sole. Il campo di studio l’acquario, alcune volte anche l’ambiente naturale.
I contenuti sono suddivisi in tre sezioni. La prima si occupa delle abilità sensoriali che nei pesci si presentano abbastanza diversificate: olfatto, udito, linea laterale e ricezione dei campi magnetici ed elettrici. Nella seconda parte si affrontano le abilità cognitive: l’apprendimento, l’orologio biologico (perché un pesce fa quello che fa al momento giusto?), il riconoscimento individuale, la “calibratura” dei predatori e degli avversari (fino a che punto spingersi con un predatore o con un rivale?). La terza ed ultima sezione prende in considerazione le situazioni che impongono delle scelte ai pesci. Questo perché anche la vita di un pesce, non diversamente da quella dell’uomo, esige valutazioni e decisioni (inconsce, ma non per questo meno interessanti) dalle quali spesso dipende il destino dell’individuo o della sua stirpe. La scelta del compagno o compagna per esempio, un impegno quasi universale (i pesci che vivono solitari, come pure quelli che si riproducono in massa, non si possono permettere il lusso di andare per il sottile: chi c’è, c’è!). Sta tutta qua l’arte del compromesso: tra riprodursi, mangiare e non essere mangiati. Un libro interessante e ricco di spunti. Veramente apprezzabili gli approfondimenti riguardanti curiosità, informazioni, particolarità trascurate o appena tratteggiate nel testo principale.
Dedicato a chi si pone domande di fronte al proprio vetro preferito.


PS: già altri ne hanno scritto la recensione (ecco quella del mio amico Percomorfo), ma è uno dei miei libri preferiti e non ho resistito.

domenica 11 ottobre 2009

Conflitti

OB (orange blotch) è una sigla che nella letteratura ciclidofila si ritrova spesso ed indica una particolare forma di colore nota soprattutto tra gli mbuna, i ciclidi delle coste rocciose del lago Malawi. Gli individui OB, generalmente sono femmine, sono arancioni a macchie nere (in termini più tecnici mostrano macchie di melanofori scuri che si stagliano su un background di xantofori arancioni). I maschi OB sono molto più rari e in acquariofilia vengono chiamati "marmalade cats". La colorazione OB è discretamente diffusa tra i ciclidi dei laghi Malawi (circa 20 specie) e Vittoria e sembra mancare in quelli del lago Tanganica. Gli individui OB risulterebbero camuffati sulle rocce incrostate da aufwuchs, ma questa è solo un'ipotesi dato che quella che dovrebbe essere una variante dell'OB, la forma O (arancione), in alcune popolazioni è molto più comune della forma normale e dell'OB. Sfido chiunque ad affermare che la forma O sia criptica.

Labeotropheus trewavasae "Thumbi West", femmina OB.
Fotografia di Robi63.

Labeotropheus trewavasae "Thumbi West", maschio OB.
Fotografia di Robi63.

Ma le femmine OB si accoppiano? La domanda sorge spontanea dato che nei ciclidi la livrea è un fattore importante nel rituale di corteggiamento. Sì, le femmine si accoppiano, anche perché, come sanno tutti coloro che allevano ciclidi, i maschi in genere non sono mai molto schizzinosi per quanto riguarda la scelta del partner. Per i maschi OB invece la livrea mutata dovrebbe rappresentare uno svantaggio dato che poche femmine sarebbero in grado di riconoscerli come conspecifici e quindi essere disposte ad accoppiarsi con loro. La situazione crea quindi una sorta di conflitto tra i sessi: la livrea OB nelle femmine è favorita e nei maschi no (tuttavia devo riportare che Ad Konings ha osservato in natura qualche accoppiamento tra maschi OB e femmine a livrea normale. Probabilmente la situazione è più complessa di quel che si crede).
Un articolo su Science chiarisce la natura genetica della colorazione OB che dipende da un gene chiamato Pax7. Pax7 è situato nei pressi di un altro gene che determina il sesso dell'individuo al punto che tutti coloro che hanno il gene responsabile della colorazione OB portano di fatto anche l'altro e sono perciò femmine. In una specie, una certa M. (genere non specificato purtroppo, immagino sia Maylandia o Metriaclima) sp. "kompakt" i maschi OB portano tutti e due i geni, ma hanno cambiato sesso per un meccanismo ancora ignoto (legare cambiamenti di sesso alla formazione delle specie non è una ipotesi insolita nel campo dei ciclidi; leggete questo articolo).
Conclusione interessante dello studio è che un tratto sotto selezione sessuale si è originato per mezzo della pressione dovuta alla "usuale" selezione naturale. Siamo noi umani che abbiamo bisogno di categorie: in natura i confini sono sempre molto incerti e le situazioni molto più sfumate di quanto appare.


E... ora qualcosa di completamente diverso

In gennaio avevo parlato del concorso Olympus BioScapes. Ora cito quello Nikon. Le fotografie sono elegantemente mozzafiato. La mia preferita? Sono indeciso tra la Notonecta (n° 48) e l'uovo di salamandra (n° 74). Da segnalare il piazzamento di due italiani tra i primi 20. Bravi.

16th Piazzamento, 2009 Massimo Brizzi Microcosmo Italia
Empoli, Firenze, Italia Lymnaea sp. uova (200x) Differential interference contrast.

Dr. Roger Hangarter Department of Biology Indiana University Bloomington
Larva di salamandra nell'uovo con alghe verdi simbiotiche (1x)

venerdì 2 ottobre 2009

Oggi il Bloganniversario: grazie

È già arrivato. Sembra ieri ed invece è passato un anno, nulla di fronte all'immensa età del lago Tanganica, ma molto nei confronti della mia vita. Confesso che ho aperto il blog soprattutto perché volevo dare un motivo al mio aggiornarmi che mi sembrava una vuota operazione mentale. In secondo luogo volevo scrivere e comunicare in una forma inedita per me. Non scrivevo più da tanti anni, "si vede" dirà qualcuno, e mettermi alla prova mi sembrava, e mi sembra tuttora, una buona idea. Nel frattempo ho ritrovato la gioia della lettura e del contatto con altri che hanno interessi simili ai miei ed anche un po' la gioia dell'acquariofilia che forse si stava spegnendo. Quindi grazie a tutti coloro che leggono, hanno letto e leggeranno il blog, a chi vi ha contribuito con immagini ed idee, a chi mi ha fornito gli articoli scientifici, a chi lo legge con continuità ed attenzione, a chi guarda solo le immagini, a chi è ciclidofilo, a chi invece non lo è, ma vi cerca qualche spunto, a chi vi giunge attraverso una ricerca in google, anche attraverso la più strana e variopinta, a chi si è stupito leggendolo, a chi lo ha trovato trito e ritrito, a chi lo ha cercato, a chi lo ha trovato per caso, a chi dopo averlo letto è andato a casa ed ha cambiato l'acquario, a chi è arrivato attraverso qualche forum. Se pensate di averci trovato qualcosa sappiate che io ne ho trovate di più scrivendolo e che senza di voi con ce l'avrei mai fatta. GRAZIE.

PS: sappiate anche che, come da sottotitolo, continuerò a divagare spesso e volentieri. Più che una promessa è una minaccia...

Associazioni alimentari

Esiste tutta una serie di comportamenti, generalmente noti per i pesci marini, in cui una specie si avvantaggia del comportamento alimentare di un'altra per risparmiare energia. L'associazione alimentare del genere più nota tra i ciclidi coinvolge i cosiddetti blue followers del lago Malawi (Placidochromis phenochilus per esempio) che seguono alcuni grossi ciclidi (Taeniolethrinops orbitalis) per rovistare tra la sabbia sollevata durante la loro ricerca del cibo. Ora anche il Sud America ha il suo caso di associazione alimentare che riguarda i ciclidi. A riportare la notizia per primo è stato Il Percomorfo ed io lo seguo a ruota.
Alcuni ciclidi (Crenicichla britskii, Satanoperca pappaterra, Cichla kelberi e Geophagus proximus) seguono le razze delle specie Potamotrygon motoro e P. falkneri che mentre si nutrono sul fondo muovono la sabbia mettendo allo scoperto possibili prede che possono essere catturate dai ciclidi. Generalmente associazioni di questo tipo in Sud America sono appannaggio dei caracidi, ma insieme alle razze non sono stati avvistati pesci del genere. Probabilmente perché le razze li predano. È davvero il caso di affermarlo: sorprendenti i ciclidi.
Per chi volesse farsi una cultura sulle associazioni alimentari di questo genere suggerisco di leggere questo post tratto ancora una volta da Il Percomorfo.


Garrone-Neto D., Sazima I.
2009. The more stirring the better: cichlid fishes associate with foraging potamotrygonid rays. Neotropical Ichthyology, 7(3):499-501.



Potamotrygon sp. "Rio Orinoco". Fotografato a Le Onde, Offanengo.

giovedì 1 ottobre 2009

La ragione ed il cuore

Ecco alcune fotografie catturate a Le Onde, Offanengo. Inutile dire che io ho preso tutt'altro, anche se è qualcosa che non avevo assolutamente preventivato. Come al solito la razionalità vale poco di fronte all'offerta, e soprattutto, ai moti del cuore.

Uaru fernandezyepezi, bacino del Rio Orinoco, nel bacino del fiume Atabapo, Sud America.

Triglachromis otostigma, Lago Tanganica, Africa.

Reganochromis calliurus, Lago Tanganica, Africa.