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martedì 21 aprile 2009

Tre nuovi Melanochromis: le schede

Cosa sono i generi? Raggruppamenti di specie, ma esistono realmente o sono solo nella nostra testa? Non oso neppure entrare nella titanica questione dell'esistenza delle categorie linneane sovrastanti la specie, ma vi invito a leggere questo post (in poche righe dice tutto quello che serve) le cui riflessioni potete applicare anche ai ciclidi. Aggiungo solo una cosa: nel caso dei ciclidi il tutto si complica dato che in questa famiglia non vi sono molte barriere post-zigotiche, cioè una volta avvenuta la fecondazione, lo zigote, l'embrione, quasi sempre si sviluppa e molto spesso crescendo si dimostra fertile. Potete guardare qua i vari ibridi che nascono e si dimostrano vitali, come solo gli ibridi possono esserlo, in seguito ad incauti accostamenti di specie anche distanti filogeneticamente tra loro in acquario. Potrebbe perciò stimolare il sorriso la discussione sulle caratteristiche che caratterizzano il genere Melanochromis, in fondo i generi non esistono, non sono naturali, ma è tutto dannatamente serio, talmente serio che da circa 80 anni si sta cercando di definire cosa possa essere un Melanochromis. Vale perciò la pena seguire il ragionamento della persona che forse meglio di chiunque altro al mondo conosce i ciclidi del lago Malawi: Ad Konings.
Konings riprende la definizione di Patrick Tawil del 2002 eseguendo qualche aggiustamento derivante dall'aver osservato questi ciclidi in natura. Secondo il gruppo di lavoro di cui fa parte, la prima caratteristica distintiva del genere è la presenza di un pattern melaninico costituito da due strisce laterali orizzontali nere che si staccano su uno sfondo chiaro. La striscia mediana è sempre continua, mentre quella dorsale può essere frammentata. La seconda caratteristica si riferisce all'inversione del pattern nella colorazione maschile riproduttiva. I maschi dominanti di molte specie mostrano un'inversione delle aree melaniniche durante la riproduzione: diventano molto scuri e trasformano le strisce nere in strisce chiare (gialle, bianche o blu). In tre specie, M. lepidiadaptes, M. wochepa, M. kaskazini, questa inversione, una caratteristica che un domani potrà spingere qualcuno ad erigere un nuovo genere, è incompleta dato che le strisce scompaiono completamente. Konings e gli altri rimuovono altre caratteristiche diagnostiche per il genere che erano state selezionate da Tawil come la forma cilindrica del corpo, l'avere un muso allungato ed una bocca di grandi dimensioni perché sembrano essere correlate ad una condizione di ciclidi predatori, condizione che non è comune a tutti i Melanochromis. Dopo tutto quello che è stato detto sul valore dei generi come categoria "naturale", vale la pena imparare simili caratteristiche? Sì, i generi sono costrutti umani la cui definizione è spesso arbitraria, ma sono anche raggruppamenti di specie imparentate strettamente tra loro, sono frutto di una storia evolutiva e conoscerli serve a conoscere qualcosa di più della storia dei ciclidi anche se questo vorrà dire generare discussioni. Ben vengano le discussioni allora se serviranno ad ampliare la nostra conoscenza.
Dopo questa tirata ecco le tre nuove specie.


Melanochromis kaskazini
Konings-Dudin, Konings & Stauffer, 2009

Conosciuto in acquariofilia come Melanochromis sp. “Northern” Spreinat 1994 oppure come Melanochromis sp. ‘northern blue’ Konings 1995.

Diagnosi Si distingue da tutti i congeneri tranne M. lepidiadaptes per la livrea maschile dei maschi territoriali che sono blu e mancano di qualunque striscia dorso-laterale o mediana. La femmina è bianca con pinna anale arancione oppure giallastra.

Distribuzione. La specie è diffusa lungo la costa nord orientale tra Nkanda e Lundu.

Note. Si tratta di una specie che frequenta gli ambienti intermedi posti tra i 5 ed i 40 m di profondità dove caccia piccoli pesci ed invertebrati.



Melanochromis wochepa Konings-Dudin, Konings & Stauffer, 2009

Conosciuto come Melanochromis sp. "dialeptos blu" Konings 2007 oppure come Melanochromis dialeptos Konings 2001 oppure come Melanochromis sp. "Dwarf auratus".

Diagnosi I maschi di questa specie sviluppano colorazioni blu prive di strisce bianche, mentre le femmine hanno una banda sulla pinna dorsale più ampia delle strisce medio-laterali e dorso-laterali.

Distribuzione La specie è diffusa lungo la costa orientale tra Nkhungu Point e il fiume Lumessi in Mozambico.

Note L'ecologia di questa specie è simile a quella di M. auratus e M. dialeptos. M. wochepa vive in ambienti rocciosi superficiali dove si ciba soprattutto di auwfuchs dove seleziona diatomee ed alghe.



Melanochromis mossambiquensis Konings-Dudin, Konings & Stauffer, 2009

Conosciuto come Melanochromis sp. "auratus elongate" Konings 2001.

Diagnosi Questa specie si distingue per un vomero (un osso che forma la parte frontale del palato, per la terminologia specifica guardate qui) fortemente inclinato. La striscia nera mediana e quella dorso-laterale sono più strette della banda nera appena sotto il margine della pinna dorsale. Le strie gialle addominali sono sottili e non coprono mai la parte inferiore del ventre. I maschi sono marroni con strisce laterali dorsali e mediane bianche.

Distribuzione La specie è diffusa in Mozambico tra Chuanga e Nkhungu Reef.

Note M. mossambiquensis frequenta gli ambienti intermedi.


Konings-Dudin, G., Konings, A.F. & Stauffer Jr., J.R. (2009) Descriptions of three new species of Melanochromis (Teleostei: Cichlidae) and a redescription of M. vermivorus. Zootaxa vol. 2076: 37–59.

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